“Critica d’arte” Aprile- Giugno 1986 –Estetica italiana – Di Carlo Ludovico Ragghianti
Ernesto Paolozzi è un giovane studioso che segue il metodo di verificare storicamente i problemi teoretici e critici, precisandone la genesi, lo svolgimento e le soluzioni, allo scopo di restare sempre in termini il più possibile obiettivi e precisi, e ne dà una prova esauriente nel suo volume I problemi dell’estetica italiana dal secondo dopoguerra al 1985.
Sia rifacendosi ad alcuni grandi problemi come l’universalità dell’arte, i generi letterari, la tecnica e le arti, l’interpretazione dell’arte, la corregibilità dell’opera d’arte, la traduzione, sia considerando movimenti e tendenze recenti degli studi e della riflessione, come strutturalismo e semiotica, sociologia e psicanalisi e così via, il Paolozzi analizza e discute Anceschi e Formaggio, Della Volpe e Calogero, Pareyson ed Eco, Assunto e Parente, estendendo però l’attenzione alla critica, da Fubini a Gramsci, da Petronio a Segre, Barberi – Squarotti, Orlando ecc.
La ricapitolazione, che giunge fino all’attualità, essendo scrupolosamente aderente, mostra come, simultaneamente o in successione, fenomenologia, neomarxismo, strutturalismo, sociologia, psicologia e psicanalisi si siano contrapposte anche con forte polemica al pensiero crociano in materia. Gli argomenti sono palesi, e palesi sono anche i riferimenti e i precedenti, selezionati con felice intelligenza, per cui non è difficile affatto constatare l’anacronismo anche lontano di molte teorie e di molti procedimenti che vorrebbero presentarsi come modernissimi.
Il Paolozzi analizza con impegno e proprietà anche la mia filosofia dell’arte, specie sotto il profilo dell’unità dell’attività espressiva nella pluralità dei linguaggi (verbale, artistico, musicale). Si apprezza l’aderenza della critica dei problemi, che ne garantisce il giudizio contro ogni rischio di parzialità.