Il governo contro la scuola ovvero “la guerra continua”.

FEDERICO ORLANDO RISPONDE 

Cara Europa, quando si è con l’acqua alla gola, non solo in mare ma anche in politica si gridano anche frasi sconnesse. Ma che interesse ha la signora o signorina Gelmini, ministro della scuola per meriti di genere, a prendersela ora con i presidi, definendoli «bugiardi»? Bugiardi perché, sulla cosiddetta riforma della scuola, farebbero «controinformazione politica»? Si può sparare a zero su intere categorie di cittadini, pubblici dipendenti fannulloni, insegnanti lavativi, presidi agit-prop? Nell’edizione napoletana di Repubblica vedo l’articolo, che vi accludo, del professor Ernesto Paolozzi sullo stato della scuola qual è. Se lo ritenete utile, fatene circolare il contenuto.
ROBERTO FILACCHIONE, NAPOLI

Caro Filacchione, l’onorevole Gelmini, di cui ho recentemente e insolitamente condiviso e lodato un’iniziativa, quella sul voto in condotta, è stata definita dal premier a Cernobbio «determinatissima»: e dunque deve dimostrare con le parole (se no, come?) di meritare il riconoscimento del padrone. Bacchetta i presidi perché «remano contro il governo», forse non legge sui giornali le ragioni di quel preside campano che, costretto a ristrettezze inconcepibili in un servizio pubblico, si rifiuta di firmare il bilancio del suo istituto; o di quegli amministratori Pd, leghisti e perfino Pdl di tutta Italia che denunciano d’avere le casse comunali e provinciali piene di euro e ma di non poterli spendere – causa patto di stabilità – per scuole cadenti, strade sconvolte, torme di randagi da catturare, forniture da pagare. E dà l’insufficienza al Pd, che «cavalca una protesta creata ad arte».
Vedremo oggi, con lo sciopero della scuola proclamato da Cgil e Gilda, a chi andrà l’insufficienza. Vedremo se hanno torto Franceschini a denunciare la prossima chiusura delle scuole dei piccoli comuni; e Fioroni a spiegare che «con scuole senza fondi e tagli al personale, la chiusura delle scuole dei piccoli comuni è un dato inevitabile. Basta che il ministro legga le cronache locali dei giornali». La ringrazio dunque di averci mandato proprio una cronaca locale, peraltro di una metropoli. Scrive il professor Paolozzi, docente di filosofia morale all’università di Napoli: «Credo che i genitori non sappiano e quindi non si rendano conto di cosa sta per accadere nelle scuole medie inferiori napoletane».

E glie lo fa sapere lui, ricordando che nelle medie ogni sezione ha due docenti di lettere, uno con orario pieno (18 ore settimanali) l’altro con orario ridotto (15 ore, donde i “quindicisti”). Con la riduzione delle ore di italiano e geografia, l’istituto dovrà eliminare un quindicista ogni due sezioni. Costoro, in quanto precari, perderanno il posto, pur essendo diventati quarantenni e con famiglia in attesa di contratto definitivo. Insieme a loro, molti docenti di ruolo, anche ultracinquantenni di lunga esperienza, si troveranno senza classi e saranno sballottolati dove il caso vorrà.
Affari loro, dirà la solita plebe di piazza Venezia, e invece sono affari di padri e madri, perché saranno i loro figli a risentire gli effetti dello tsunami. Può darsi che docenti così maltrattati finiscano col fare finalmente contento Brunetta, che li vuole puntuali ai tornelli, con le carte in ordine e con l’influenza controllata dai medici fiscali, pagati dall’istituto squattrinato; ma perderanno la passione e l’intelligenza. Così, grazie alla trimurti Tremonti-Brunetta-Gelmini, le scuole stanno facendo appelli a famiglie e docenti per comprare carta genica e gessetti (altro che computer). E se l’Onda che fu momentaneamente degli studenti venisse cavalcata dai genitori? Già oggi potremmo averne un annunzio. Il professor Paolozzi auspica che il Pd, che «ha ritrovato nuovo slancio e nuova capacità organizzativa», svolga nelle scuole e nella società quella «funzione informativa», perfino militante, che è il cuore della democrazia.
Anche a costo di costringere la ministra ad asciugarsi qualche lacrimuccia col grembiulino.

Dal quotidiano “Europa” del 18 marzo 2009

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